La Rete e i nuovi modelli

Estratto dalla premessa di “Web Che Funziona” di Paolo Maffei, a cura di Roberto Lo Jacono.

…. “Si, ma non solo business! Ci sono anche i comportamenti, le logiche di relazione, il sociale, l’informazione, l’aggregazione di opinione, i modelli collaborativi, etc.”

Quello che fino a oggi è stato inteso come un discorso relegato a specifici ambienti ora non vale più. È vero che gran parte degli investimenti pubblicitari si stanno spostando verso le nuove tecnologie e che è importante essere presenti anche solo come presidio sul web per ogni tipo di iniziativa commerciale, ma questo fenomeno non può ridursi a qualcosa di meramente commerciale. Semmai è il contrario, è un fenomeno che prima di tutto ha una rilevanza sociale importante e che, in un secondo momento, diventa importante anche per le strategie di marketing.

Conoscere questo mondo vuol dire anche sapersi approcciare a temi che sempre di più saranno di utilizzo quotidiano. Il rapporto tra pubblico e privato e l’annosa tematica della privacy. Solitamente è un tema che si tende a sottovalutare ma rappresenta una evoluzione dei rapporti interpersonali senza precedenti. Non è una questione solo di velocità nello scambio di informazioni ma anche di quantità. Possiamo raggiungere un bacino di utenti sconfinato, ma attenzione che lo stesso pubblico può venire a conoscenza di aspetti più o meno privati della nostra vita.

Sicuramente siamo tutti più esigenti, ci aspettiamo risposte immediate, una reperibilità al dialogo istantanea.

Si è sovvertita una delle logiche che per anni ha retto un certo tipo di comunicazione monodirezionale. Non esiste più questo schema comunicativo, dove un singolo soggetto poteva comunicare a molti, senza ottenere una risposta. Oggi ogni messaggio lanciato sul web è soggetto a una qualche forma di interazione e soprattutto di feedback. Il livello del gioco si è quindi innalzato poiché la libertà di espressione è fornita a tutti, in maniera pressappoco paritaria, così come il diritto di commento e di critica. Elevarsi diventa più complicato ma stimolante, aggiungendo ai due fattori citati precedentemente: la quantità e la velocità, l’ultimo ma il più importante, la qualità. Il passaggio poi da dinamiche tipiche della rete a modelli comportamentali di tutti i giorni è veloce; oggi o hai un pensiero moderno o sei “vecchio” e questo non è sempre frutto della tua età anagrafica ma spesso si collega alla propensione ai i nuovi media, all’innovazione, al nuovo.

Triste ma oggi possiamo parlare di modelli di persone “vecchie” e modelli di persone “nuove”, e qui ci fermiamo”.

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Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di modelli di persone vecchie e di persone nuove ? Forse stiamo parlando di comportamenti, di relazioni, di etica, di modelli imprenditoriali, etc.

Sicuramente internet è stato uno “strumento” che ha permesso di abilitare in questi anni nuovi modelli comportamentali; non c’era bisogno di internet per capire che trasparenza, correttezza, convidivisione, linearità possono essere alla base di “sani” principi di convivenza. Quello che ha fatto internet è semplicemente portare le idee dei singoli a valori per la collettività che man mano si sono trasformati in modelli comportamenti e sociali. Oggi ci sorprende che aggregazioni dal basso diventino partiti politici, scenario impensabile fino a pochi anni fa. Ma perché sta succedendo questo? Forse perché i vecchi modelli, con quello che tutti i giorni stiamo ormai vedendo, rappresentano il miglior humus per far crescere aggregazione di gente che vuole creare, costruire, lavorare in un ambiente più sano. O forse il contrario: c’è una nuova ondata di etica nell’aria che sta spazzando tutto quello che ormai non è più possibile sostenere; un’ondata che trova in internet uno strumento per aggregare e comunicare.

Scusate, dissertazioni, le mie, forse un po’ ovvie e banali ma mi fa piacere affermare, appena posso, che le cose si possono cambiare; forse anche in Italia.

P.S.:  “Portatori sani di cultura digitale in Italia” è un payoff che ben si allinea con i concetti espressi in queste poche righe.

RLJ

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