Non chiamatelo guru, il sociologo Manuel Castells si è presentato mercoledì scorso al Meet the Media Guru facendo subito chiarezza su alcuni aspetti: non è un guru, preferisce “prevedere il passato” constatando cosa è successo per poi modellare le teorie del futuro, il quadro concettuale all’interno del quale si muove è quello di Comunicazione e Potere.
Manuel Castells ci ha ripetuto per l’ennesima volta, repetita juvant, che Internet, come qualsiasi altro medium, non è la causa dei cambiamenti sociali a cui assistiamo ma è una piattaforma organizzativa, tra l’altro necessaria ma non sufficiente per ottenere dei cambiamenti.
Il sociologo spagnolo ha posto il focus sulle reti che si formano sul web dando vita ai movimenti sociali. In questi ultimi anni abbiamo visto almeno 100 movimenti sociali (Irlanda, Islanda, Israele, Egitto, etc). Nel 2011 abbiamo visto la più grande manifestazione israeliana e i soliti mass media hanno dato una piccolissima evidenza e stop. Questo perché il potere, le istituzioni di potere hanno sempre come primo obiettivo la comunicazione, sanno bene che per modificare i pensieri delle persone è importante controllare e gestire la comunicazione, la comunicazione di massa. Il potere si identifica con la possibilità di imporre la propria volontà e ciò avviene per lo più attraverso due meccanismi: coercizione e persuasione/convincimento. Plasmare è potere.
I cervelli sono delle reti che elaborano messaggi e la battaglia del potere si basa sulla gestione e sul controllo della comunicazione.
Grazie a Internet questo controllo è diventato davvero difficile, questa piattaforma dà la possibilità ai movimenti sociali di auto-organizzarsi, questa caratteristica riesce a modificare il modo di pensare delle persone, parliamo di auto comunicazione di massa. Se cambia il processo di comunicazione cambiano anche i nostri pensieri.
Oggi esiste davvero una forza che si contrappone alla comunicazione di massa.
I movimenti sociali sono fondamentalmente emozionali perché le emozioni sono i driver del comportamento, plasmano e formano i modelli di ragionamento. Il comportamento si basa per lo più su sentimenti di rabbia, che fa scattare l’azione e il timore/paura che la placa, l’ansia invece induce a evitare il pericolo. La paura è il sentimento più importante ma non deve paralizzarci perché chi è coraggioso non perisce.
La paura si supera insieme stando in qualsiasi spazio: togetherness.
Internet ci fornisce un’autonomia della comunicazione e dell’organizzazione, attraverso la blogosfera, i social e altri strumenti, ci dà la possibilità di sviluppare networking tra on e off line. La rete modifica obiettivi e target senza nulla di formale. I movimenti sociali però sono tali se si trasformano in flusso fisico nelle piazze e negli spazi urbani, un flusso virtuale, glocale e reale insieme. Sono tantissime le reti senza ideologia e senza leadership, tante reti che collegano tra loro e si coordinano senza leader in modo spontaneo, diventando espansioni rizomatiche della società impossibili da estirpare.
Concludo ricordando a tutti, come suggerisce Castells, che “le utopie sono forze materiali e tutto inizia con un’utopia”. Ponendo obiettivi e valori come indiscutibili e non-negoziabili le istituzioni del potere non potranno non ascoltare i movimenti sociali.
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